2️⃣0️⃣ Raid 20
📅 17-20 maggio 2025
📍 Orsières – Courmayeur
📈 60,42 km – 4345 m+
⛷️ Adolfo Cardinale, Valentina Delfini, Federico Rossetti, Francesco Taddei, Giovanni Viti, Luca Zanichelli
🚐 Sara Pignacca
A Orsières, piccolo paese delle Alpi svizzere, il testimone lasciato dal Raid 19 viene raccolto all’interno della locale farmacia dal gruppo del Raid 20, pronto a ripartire già dal sabato mattina. Dopo averlo agganciato simbolicamente alla bicicletta, i traversanti si mettono in marcia verso la Presa d’Acqua di Saleina, nei pressi di Praz-de-Fort. Questa prima tappa di avvicinamento, lunga poco più di 10 km e 684 metri di dislivello positivo, corrisponde al primo trasferimento su strada necessario per dare il via nel migliore dei modi a questo raid.
Il giorno successivo, finalmente con il bel tempo dalla loro parte, si parte a piedi dalla Presa d’Acqua di Saleina. Gli sci da scialpinismo rimangono per i primi 800 metri sullo zaino, e solo oltre i 2.200 metri vengono utilizzati per raggiungere il Rifugio Cabane de Saleinaz (2.691 m). Da qui si apre una discesa tecnica sul Ghiacciaio di Saleinaz, seguita da una lunga risalita che conduce al Bivacco de l’Envers des Dorées (2.983 m), ai piedi del versante Sud-Est delle Aiguilles Dorées, nella parte svizzera del Gruppo del Monte Bianco. Dopo oltre 7 km e 1611 metri di dislivello positivo i traversanti possono finalmente riposarsi in un bivacco confortevole e in una posizione panoramica che permette loro di godersi il fantastico panorama.
Durante la salita, i traversanti si sono imbattuti nella targa commemorativa dedicata a Filippo Sodano, forte alpinista parmigiano scomparso nel 2007 lungo la discesa dall’Aiguille d’Argentière. Il momento di ricordo è stato profondo, sentito e condiviso con tutto il gruppo di CrossAlps.
Il terzo giorno il meteo resta favorevole, permettendo una delle tappe più scenografiche del raid. In circa sette ore, il gruppo copre 16 km, con 850 metri di dislivello positivo e ben 2.100 in discesa, prevalentemente sugli sci. La zona è quella del Monte Bianco e prevede quindi una prima ascesa dal versante ovest del Grand Lui in un ambiente grandioso, dove ghiaccio, neve e roccia sembrano fondersi perfettamente l’uno all’altro. La scelta di preferire un logico e ripido canale rispetto al pendio Ovest, costringe i traversanti a rinunciare alla vetta a causa della difficoltà tecnica dell’ultimo tratto, ma vengono ripagati da una discesa spettacolare sul Ghiacciaio dell’A Neuva, che segna l’addio simbolico alla neve. L’arrivo a La Fouly è carico di soddisfazione.
Come spesso accade in questa lunga traversata, il meteo cambia ancora una volta. Il quarto e ultimo giorno inizia con pioggia, che diventa neve e poi nebbia. Si risale la Val Ferret svizzera, prima con gli sci in spalla tra la pioggia incessante in direzione del Col du Grand Ferret. Con gli sci, nonostante il meteo e la fitta nevicata i traversanti raggiungono la cima della Tête de Ferret (2.714 m). Una ripida e tecnica discesa porta i traversanti nella Val Ferret, sul lato italiano. Inforcate le biciclette si attraversa la Val Ferret, scendendo prima a Courmayeur, quindi risalendo fino Santuario di Notre-Dame de la Guérison. Dopo circa 25 km e sei ore di cammino e pedalata si conclude il ventesimo raid della traversata.
Con il Raid 20 si chiude anche la fase scialpinistica della traversata, che ha rappresentato il cuore tecnico ed emotivo dei raid finora compiuti. Le spettacolari salite innevate e le divertenti discese, spesso da versanti poco battuti, lasciano ora spazio a lunghe tappe a piedi e in bicicletta. Il viaggio cambia, si adatta, segue il ritmo delle stagioni. Ma una cosa non cambia mai: lo spirito che anima ogni passo di questa straordinaria avventura collettiva.














