6️⃣ Raid 26
📅 28 giugno – 3 luglio 2025
📍 Rifugio Genova/Lago della Rovina – Colle di Cadibona
📈 233,49 km – 6984 m+
🚴 Italo Belli, Marcello Cantarelli, Monia Fontana, Alessia Lerz, Luca Mirco, Daniela Volpi
🚐 Viviana Adorni, Giandomenico Pedretti
Il Raid raccoglie il testimone al chiosco del Lago della Rovina. L’obiettivo del raid è raggiungere il Colle di Cadibona, il convenzionale punto di giuntura tra Alpi e Appennini. Conclusa la lunga sezione scialpinistica — e dopo alcuni raid escursionistici — ora anche le biciclette e le pedalate iniziano a segnare il passo di questo viaggio collettivo.
Sabato 28 giugno il viaggio prende il via su tratto asfaltato dal Lago della Rovina, in Val Gesso, transitando per il paesino di Entracque (CN). Da Valdieri si risale alla Colla di Prarosso per poi scendere lungo un bellissimo single track a Vernante, da dove utilizzando in parte la ciclabile in parte la strada asfaltata si arriva alla prima meta del raid, Limone Piemonte. Alla fine della giornata il bilancio segna 45,6 km, 1108 metri di dislivello e 6 ore di pedalate.
Il giorno seguente segna l’ingresso nelle Alpi Liguri. Da Limone Piemonte si riparte, scegliendo di proseguire su asfalto verso il Colle di Tenda (1871 m) per gestire meglio le forze, viste le alte temperature. L’uscita ai Forti Centrali permette di percorrere la traccia sul crinale della “cannoniera”, evitando la carreggiabile trafficata da auto e moto. Tra il Rifugio Le Marmotte e il Rifugio Don Barbera, sul Colle dei Signori, il paesaggio si fa carsico e l’acqua scarseggia. La tappa si chiude dopo 35,75 km, 1556 metri di dislivello e 7 ore di cicloescursionismo.
La terza tappa punta a un altro rifugio, il Rifugio La Terza. Il percorso si snoda per 30 km — 18,94 in bicicletta e 11,06 a piedi — affrontando 1391 metri di dislivello in 7 ore complessive (3 in sella, 4 a piedi). Si attraversano la Punta Marguareis (2651 m), la cima più alta delle Alpi liguri e raggiunta a piedi, la Cima Bertrand (2484 m), il Passo Tanarello al confine tra Italia e Francia, fino a raggiungere il Monte Saccarello, che con i suoi 2200 metri è la vetta più alta della Liguria e segna il confine tra le province di Cuneo e Imperia. Ancora una volta, la traccia della “cannoniera” guida i traversanti fino al rifugio.
La quarta giornata — la prima di luglio — si svolge interamente in bicicletta, anche se per lunghi tratti la bici va portata in spalla. Dal rifugio si risale in portage al Monte Frontè, seconda cima della Liguria, si raggiunge la Cima Garlenda (2141 m) e si scende poi lungo un single track tecnico fino al Colle di San Bernardo di Mendatica. Si prosegue verso il Colle di Nava, dove terminò la storica traversata di Walter Bonatti del 1956, e infine si risale al Rifugio Pian dell’Arma (1350 m), dopo 29,47 km, 896 metri di dislivello e 6 ore complessive.
Mercoledì 2 luglio la quinta tappa, la più lunga e impegnativa: 70,54 km, 1597 metri di dislivello in salita, 2079 in discesa e 10 ore di cicloescursionismo. Dal Rifugio Pian dell’Arma si scende su strada, poi si risale per sentieri di foresta fino al Colle di San Bartolomeo, da cui parte una lunga discesa verso Ormea. La ciclabile della Valle Tanaro accompagna il gruppo fino a Garessio, da dove riprende la salita — prima su asfalto, poi su strada forestale — fino alla discesa su Bardineto. L’ultima ripartenza su asfalto conduce infine a un sentiero che, attraverso il Colle del Melogno, apre ai traversanti la vista sulla meta di giornata: il Rifugio Pian dei Corsi.
La tappa conclusiva del raid ha un solo obiettivo: consegnare il testimone al Colle di Cadibona. In poco più di 3 ore di bici, 22 km e 400 metri di dislivello, il gruppo si dirige prima verso un’ex base NATO, da cui partono discese molto amate dai bikers fino a Finale Ligure. Da qui, si segue un tratto del “Crestino di Finale” e si prosegue lungo l’Alta Via dei Monti Liguri fino alla Bocchetta di Altare, meglio conosciuta come Colle di Cadibona (459 m).
Giunti in questo luogo, dove geograficamente le Alpi terminano e cominciano gli Appennini, i traversanti del Raid 26 non chiudono solo un capitolo, ma ne aprono un altro: cambia la prospettiva, mutano i paesaggi, ma resta la stessa voglia di andare avanti. La traversata delle Alpi non è finita: aspetta nuovi passi, nuovi incontri, nuove storie da scrivere e da raccontare.








