???? 31 gennaio – 6 febbraio 2025
???? Da Passo Pramollo a Pierabech
???? 62 km | 4.300 m D+
???? Traversanti: Roberto Zanzucchi, Luca Zanichelli, Giacomo Comessatti, Federico Rossetti
???? Logistico: Sara Pignacca
Il testimone passa, e con esso si riaccende il cammino. Il quinto Raid di XALPS riparte dal Passo di Pramollo, sulla linea del confine italo-austriaco, e affronta la maestosa solitudine delle Alpi Carniche. Ad accompagnare i traversanti — Roberto Zanzucchi, Luca Zanichelli, Giacomo Comessatti, Federico Rossetti — c’è una neve fitta che scende silenziosa e una montagna che, come spesso accade, non concede nulla, se non a chi sa guadagnarselo.
Neve fitta, nuvole e un magico tramonto
Il primo giorno è lungo e denso: 29 km e oltre 9 ore di marcia tra sci e bici. Le condizioni meteo sono sfidanti, tra canalini ripidi, falsopiani e la neve che cade costante. Ma la fatica è ripagata da curve morbide nella neve fresca e, infine, da un tramonto che spezza il grigio: il sole, quasi a premiare la determinazione del gruppo, illumina per pochi attimi la valle.
Sulle cime della Carnia
Il secondo giorno è una tappa da ricordare. Il team sale sulle cime del Neddis (1.990 m), Dimon (2.043 m) e Paularo (2.043 m). Ad accoglierli in vetta, un gruppo di amici del CAI Tarvisio con una bottiglia di Friulano: un brindisi in quota, semplice e sincero, che profuma di casa. Dopo oltre 9 ore di cammino e 2.125 metri di dislivello, il gruppo raggiunge la Casera Pramosio Alta, dove trascorre la notte.
Dal Passo di Monte Croce Carnico, il Raid prosegue verso il Rifugio Marinelli. È una tappa impegnativa, conclusa ancora una volta alla luce delle frontali. La discesa dalla Cima Avostanis regala una delle sciate più belle del raid: neve farinosa, silenzio totale, un momento perfetto.

????️ Le Alpi Carniche
Le Alpi Carniche sono tra le più selvagge e meno battute dell’arco alpino. Lontane dai riflettori del turismo di massa, custodiscono una geologia affascinante e resti storici della Prima Guerra Mondiale. Tra le cime più emblematiche, il Monte Coglians (2.780 m), vetta più alta del Friuli-Venezia Giulia, che si staglia come un guardiano di pietra al confine con l’Austria.
Il passo oltre il confine
Ultimo giorno. Dal Rifugio Tolazzi si sale verso il Passo Volaia e il Rifugio Lambertenghi, al cospetto dell’imponente Monte Coglians, la cima più alta del Friuli Venezia Giulia (2.780 m). Poi, una lunga traversata sul versante austriaco fino al Passo Giramondo, raggiunto con ramponi ai piedi su un ripido canale. Di nuovo in Italia, i traversanti firmano un’ultima splendida discesa fino al Lago di Bordaglia.
La neve è poca, gli sci finiscono nello zaino. A piedi, con passo lento ma deciso, si raggiunge Pierabech, dove avviene il passaggio del testimone con il team del sesto Raid.
Stanchi, felici, trasformati. Perché ogni raid è una storia, ma anche un ponte. Tra le Alpi e l’Appennino, tra passato e futuro.

















